by Shaku Atre
Il business odierno è sempre più correlato ai dati. Le organizzazioni di un qualsiasi settore di industry cercano in tutti i modi di trasformare i dati in informazioni utili per agevolare i processi decisionali. In un mondo altamente competitivo è però essenziale disporre di informazioni che abilitino realmente delle azioni basate su un'efficace profilazione degli utenti, informazioni disponibili nel momento giusto e a un costo accessibile. È questo, in definitiva, il vero ruolo e la promessa della Business Intelligence.
Si pensi, per esempio, ai report che gli utenti solitamente ricevono. In molti casi è difficile distinguere quali siano le metriche più significative, così come è difficile distinguere quelle che sono realmente più critiche. Il problema, spesso, è dovuto al fatto che le metriche non sono comprensibili. Ecco perché i cruscotti sono importanti. Questi ultimi, è bene ricordarlo, costituiscono infatti un'interfaccia che consente, quasi sempre attraverso una rappresentazione grafica, di comprendere al volo le informazioni e, allo stesso tempo, fornire le correlazioni più significative. I cruscotti possono rivelarsi degli strumenti molto potenti. La metrica utilizzata varia da industry a industry, dalle funzioni di business, dal tipo di decisore aziendale, dai livelli di skill e dai tool utilizzati. Possono essere utilizzati per molte attività, come pianificazione, allocazione delle risorse, previsioni di vendita, reporting, monitoraggio, analisi, così come a livello strategico.
I componenti del cruscotto - I cruscotti fanno leva su due componenti principali: Key Performance Indicator - Le performance aziendali e i relativi cruscotti devono essere basati su Kpi significativi e ben definiti, in grado di stabilire se un'organizzazione è allineata al raggiungimento dei propri obiettivi. Devono essere espressione delle performance dell'intera organizzazione. Pertanto si deve fare in modo che, laddove esistono più divisioni, ciascuna di queste abbia a disposizione un proprio cruscotto e un proprio scorecard. I Kpi possono essere correlati a parametri di tipo finanziario oppure fare riferimento a processi di business interni ed esterni. Scorecard - Lo scorecard è un insieme di metriche (o Kpi) che determina i dati prestazionali correnti di un dato processo di business o il grado di allineamento rispetto a un obiettivo strategico. Questi indicatori fanno si che il business sia orientato a obiettivi di ordine tattico. Ciò significa che sono in grado di fornire la dimensione e la strategia organizzativa in un dato periodo.
Sfide e rischi - L'implementazione di scorecard e Kpi può essere critica e non produrre i risultati sperati se: è previsto un inserimento manuale dei dati oppure l'aggiornamento dei dati risulta dispendioso in termini di tempo; l'elaborazione o l'aggregazione dei dati è poco efficiente; l'utente è costretto a fare ricorso a più tool per ottenere risposta a una domanda; il design del cruscotto non è abbastanza user friendly; sono necessari più login per arrivare al dashboard desiderato; è necessario un periodo di training prolungato (il software del tool deve essere intuitivo, senza dovere fare ricorso ad alcuna formazione particolare); non esiste una valida sponsorship aziendale; i tempi di attesa per ottenere le informazioni sono superiori ai 10 secondi.
Tipi di dashboard - Esistono diversi tipi di cruscotto: strategico, tattico, operazionale.
Strategici - possono riflettere obiettivi strategici a livello enterprise e Kpi conseguenti. Le caratteristiche includono trend globali ed esterni, indicatori di crescita, tutte caratteristiche legate o basate sulla metodologia di balanced scorecard. I dati sono esposti in forma sintetica e presentati graficamente con dettagli disponibili via attività di drill down. Tattici (spesso chiamati anche analitici) – misurano i progressi del business coerentemente con le iniziative strategiche. Il progresso viene misurato rispetto a un dato prefissato: un classico esempio sono gli obiettivi di budget. Le attività di drill down rivelano dettagli e permettono la scomposizione dei dati per necessità di analisi. Per esempio aiutano a comprendere per quale motivo certi target non sono stati raggiunti e quale sia il potenziale problema. Operazionali – eseguono il monitoraggio di processi di business come elaborazione ordini e spedizioni. Sono prevalentemente utilizzati a livello dipartimentale. Gli aggiornamenti vengono effettuati giornalmente o settimanalmente utilizzando diagrammi e report di tipo real time. Sono previsti dati di dettaglio e funzionalità analitiche avanzate in grado di condurre analisi root-cause.
Il posto ideale dove collocare un cruscotto è il portale aziendale poiché quest'ultimo rappresenta la modalità più semplice attraverso la quale distribuire le diverse applicazioni di BI. Il portale permette a tutti l'accesso indifferenziato a cruscotti, documenti, presentazioni, discussioni online e altre applicazioni. Inoltre è il luogo dove gli utenti possono avanzare le loro idee riguardo a possibili soluzioni. È quindi corretto ipotizzare che i cruscotti risiedano su server Cloud in modo che siano accessibili immediatamente dal più ampio audience aziendale in un qualsiasi momento.
Implementazione - Per implementare nel modo più corretto un cruscotto è importante mettere in atto alcune best practice di Project Management. Come qualsiasi importante progetto vi sono questioni che hanno attinenza con le persone e con la tecnologia. Prioritarie sono, comunque e sempre, le questioni legate alle persone. Ecco alcune regole da seguire.
Problemi di relazione: individuare lo sponsor che possa offrire la più alta affidabilità e assicurarsi che possa sostenere economicamente l'iniziativa; identificare gli utenti chiave e individuare le loro aspettative e necessità; mettere insieme un team in grado di assolvere funzioni di project management, business analysis, integrazione, data warehouse e sviluppo delle metriche, inclusi Kpi e scorecard. Problemi tecnici: determinare le fonti dati che devono essere utilizzate per il cruscotto; identificare i principali Kpi da utilizzare nel cruscotto; determinare la frequenza di aggiornamento del cruscotto; identificare risorse hardware e software; determinare se sia opportuno avvalersi di una persona responsabile per il design del cruscotto.
L'efficienza dei cruscotti - Non è detto che di per sé la presenza di un cruscotto garantisca all'organizzazione una maggiore efficienza. Ecco alcune importanti azioni da intraprendere per ottenere i migliori risultati:
- Conoscere il proprio audience e i relativi interessi. Determinare quali devono essere le domande a cui il cruscotto deve dare una risposta e quali siano le persone di pertinenza.
- Considerare la tipologia di dispositivi (laptop, device mobili) attraverso i quali devono essere rese accessibili le informazioni e quale di questi possa essere il più adatto perché possa essere utilizzato dal più ampio numero di persone.
- Sviluppare cruscotti accurati e consistenti. Minimizzare i rischi di ridondanza dei dati. È bene ricordare che i problemi di inconsistenza e inaccuratezza sono il più delle volte causati da una ridondanza dei dati.
- Avere dati aggiornati. Non tutti i dati devono essere aggiornati in tempo reale. È importante sapere quali sono i dati rilevanti per gli utenti su base temporale.
- Fare in modo che il cruscotto sia facile da interpretare. L'attenzione degli utenti deve essere indirizzata al contenuto core. È opportuno lasciare uno spazio nel quale sia possibile inserire commenti o porre domande.
- Identificare le metriche più importanti. Determinare le metriche più coerenti con i profili di utenza e fornire possibilità di attivare funzioni drill down per ottenere informazioni dettagliate.
- Avere un approccio dinamico. Realizzare il cruscotto nella modalità più interattiva possibile, facendo così in modo che sia semplice e immediato creare del contenuto ad hoc per il singolo utente.
- Interfaccia cruscotto personalizzabile. Gli utenti devono essere messi nella condizione di personalizzare i cruscotti senza nessuna assistenza IT.
- Prevedere funzioni di printing. Molti senior manager vogliono tuttora avere la possibilità di stampare le informazioni rilevate dal cruscotto.
Da evitare - Ecco alcune importanti situazioni da evitare per riuscire a ottenere i migliori risultati:
- Realizzare il cruscotto su più pagine. Il cruscotto deve presentare le informazioni più importanti all'interno di una singola pagina. È la condizione che permette di rendere comprensibile al meglio il cruscotto e, nello stesso tempo, dare possibilità di agire sulle informazioni proposte.
- Presentare dati che dipendono da altri dati. Tutti i dati devono essere comprensibili: non deve esistere alcuna informazione aggiuntiva per la loro comprensione.
- Presentare un solo livello di dati. È importante presentare multipli livelli di dati attraverso drill down a due o tre livelli.
- Credere che il primo cruscotto sia definitivo. La regola base è “costruisci e impara”. Utilizzate software tool che vi permettano di apportare cambiamenti in corso d'opera.
- Cercare di rispondere a tutte le domande con un solo cruscotto. È bene riflettere sull'opportunità di prevedere più cruscotti.
- Creare troppe metriche. Eccessive metriche possono essere controproducenti in quanto non permettono di distinguere i dati più importanti.
L’evoluzione dell’IT tra sfide e promesse
Frank Greco
Verso la new digital economy. Quale architettura per la trasformazione digitale?
Mike Rosen
Ecco come capire il cliente. I diversi punti di vista della Business Analysis
James Robertson
Ecco come capire il cliente I diversi punti di vista della Business Analysis
Suzanne Robertson
E se il Design Sprint fosse il nuovo asso nella manica? Come risolvere grandi problemi e testare nuove idee
James Hobart
Come essere veramente data driven. L’importanza dell’architettura dati
Mike Ferguson
Il Machine Learning in azienda. Come migliorare performance e previsioni
Frank Greco
Portfolio management avanzato: Come trasformare gli investimenti in cambiamento
Chris Potts
L’imbuto e le biglie. Ovvero la metafora della produttività dei team
Sander Hoogendoorn
Dal Data Warehouse al digital business. Un’architettura di trent’anni ancora valida
Barry Devlin
Dai silos a un ecosistema analitico integrato. Un approccio per avere dati da usare su più sistemi
Mike Ferguson
Come accelerare l’innovazione in azienda. La nuova generazione dell’IT enterprise
Frank Greco
Tassonomie e ricerche. Ecco come ottenere migliori risultati
Heather Hedden
Viaggio verso il data warehouse logico
Il grande dilemma della business intelligence
Rick van der Lans
Enterprise information catalog. I requisiti per fare la scelta giusta
Mike Ferguson
La nuova era dell’analisi predittiva - Le aziende alla prova del Machine Learning
Frank Greco
Uno sguardo Agile - Per capire il passato e progettare il futuro
Arie van Bennekum
Trasformazione Agile
Se il product owner diventa un collo di bottiglia
Sander Hoogendoorn
Una Fiat o una Ferrari?
Qual è la più adatta per il business digitale?
Barry Devlin
Vincere la complessità dei dati. È l’ora dello smart data management
Mike Ferguson
Big Data e Analytics - Se il machine learning accelera anche la data science
Mike Ferguson
I dati al centro del business
Christopher Bradley
I Big Data forniscono il contesto e la ricchezza predittiva attorno alle transazioni di business Avere dati coerenti e di qualità resta fondamentale per il processo decisionale
Barry Devlin
Cosa c’è dietro l’angolo? Cinque mosse per diventare un digital leader
Jeroen Derynck
Managing information technology Gestire l’IT come un business nel business
Mitchell Weisberg
Data integration self-service Miglioramento della produttività o caos totale?
Mike Ferguson
Project manager vecchi miti e nuove realtà
Aaron Shenhar
La catena alimentare dei requisiti
Suzanne Robertson
Come diventare un’azienda data-centric
Lindy Ryan
Enterprise analytical ecosystem - Come comprendere il comportamento online dei clienti e capitalizzare il valore dei dati nell’era Big Data
Mike Ferguson
Agilità? Basta Volere
Suzanne Robertson
Ma la vostra architettura è efficace?
Mike Rosen
Se il NoSQL diventa SQL
Rick van der Lans
La data quality e l’impatto sul business
Danette McGilvray
Business analysis e regole di business By Ronald G. Ross con Gladys S.W. Lam
Ronald Ross
Usare Scrum su larga scala: cosa cambia?
Craig Larman
Le architetture per ridurre il debito tecnico
Mike Rosen
Conversando con un marziano
Suzanne Robertson
Cosa c’è di nuovo nel project management?
Aaron Shenhar
Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin
Il nuovo volto della business intelligence
Shaku Atre
Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro
I big data cambiano il mercato dei Database Server
Rick van der Lans
Un “superstorm” di informazioni
Barry Devlin
I dieci step per la qualità dei dati
Danette McGilvray
Perché è meglio evitare il private cloud?
Jason Bloomberg
Leonardo da Vinci aveva ragione!
Chris Date
Mobile user experience: Come adottare una strategia sostenibile
James Hobart
Cosa significa occuparsi di architettura?
Mike Rosen
Virtualizzazione dei dati e sistemi di Business Intelligence Agili
Rick van der Lans
Modelli e linguaggi naturali, quale il modo migliore per definire i requisiti?
James Robertson
Extreme Scoping: un approccio Agile all'Edw e alla BI
Larissa Moss
BI², la Business Intelligence al quadrato
Barry Devlin
I test di regressione in ambienti legacy
Randy Rice
Le conseguenze della consumerizzazione e del Cloud
Chris Potts
Come vanno gli affari? Chiedetelo al vostro cruscotto
Shaku Atre
Organizzare team di progetto efficienti in ambienti DW/BI
Larissa Moss
Big Data, come e perché
Colin White
Business Capabilities e l'allineamento del business all'IT
Mike Rosen
Il valore della tassonomia nella ricerca delle informazioni
Zach Wahl
BI, ma il Data Warehouse è ancora necessario?
Colin White
Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin
Il cruscotto delle prestazioni: il nuovo volto della Business Intelligence
Shaku Atre
Modelli e processi di User acceptance testing
Randy Rice
I limiti nel gestire l'IT come un Business
Chris Potts
Le componenti fondamentali del Cloud
George Reese
Metadati e DW 2.0
Derek Strauss
BI Open Source: basso costo e alto valore?
Jos van Dongen
Semplicità e requisiti
Suzanne Robertson
Business intelligence e analisi testuale
Bill Inmon
Extreme Scoping™: approcci agili al DW e alla BI
Larissa Moss
Dalla BI a un'architettura IT di livello Enterprise
Barry Devlin
Ambiente efficiente di ricerca di informazioni
James Hobart
Il Business deve trainare la Strategia IT
Chris Potts
Web database: la questione MapReduce (seconda parte)
Colin White
Web database: la questione MapReduce
Colin White
Misura delle prestazioni. I sette comandamenti
Harry Chapman
Le dieci cose che un architetto deve fare per creare valore
Mike Rosen
Sviluppare applicazioni a prova di sicurezza
Ken van Wyk
The ECM Landscape in 2008
Alan Pelz-Sharpe
Ma chi sono gli operatori dell’informazione?
Colin White
Qualità dell’informazione e trasformazione del management
Larry English
Classificazione sistematica delle informazioni
Zach Wahl
L’uso intensivo del Web nelle applicazioni di Bi
Colin White
Enterprise Search
Theresa Regli
La forza dell'astrazione
Steve Hoberman
La strada verso una BI pervasiva
Cindi Howson
Soa, una strategia di test
Randy Rice
Verso una BI più semplice e a minor costo
Colin White
I contenuti “Killer” del Web
Gerry McGovern
Sviluppo iterativo del software per i Dw
Larissa Moss
Qualità delle Informazioni e Datawarehousing
Larry English
Lo scenario Ecm 2008
Alan Pelz-Sharpe
La nascita del Web 3.0
John Kneiling
Documentazione: il dossier del crimine
Suzanne Robertson
L’impatto del Web 2.0 sui portali delle imprese
Colin White
Le tecniche vincenti di IT Management
Ken Rau
Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern
Un approccio alla BI incentrato sui processi
Colin White
Integrare Master Data Management e BI (Parte Seconda)
Mike Ferguson
Integrare Master Data Management e BI (Parte Prima)
Mike Ferguson
Il Project Manager è una Tata
Suzanne Robertson
Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern
L'informazione personalizzata
Colin White
La Tassonomia dell'Impresa
Zach Wahl
Managed Meta Data Environment (II parte)
David Marco
Managed Meta Data Environment
David Marco
Migliorare le applicazioni dell'impresa con Web 2.0
James Hobart
La Balanced Scorecard migliora la Performance dell'IT
Harry Chapman
La fusione dei processi dell'impresa grazie a Soa (II parte)
Max Dolgicer
La fusione dei processi dell'impresa grazie a SOA (I parte)
Max Dolgicer
Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson
Dimostrate con i numeri il valore dei contenuti del web
Gerry McGovern
Il Back-end della pianificazione strategica dell'It
Ken Rau
L'audit delle prescrizioni di progetto (II parte)
Suzanne Robertson
L'audit delle prescrizioni di progetto (I parte)
Suzanne Robertson
Il Processo di gestione delle informazioni
Ted Lewis
I requisiti come strumento di gestione dei progetti
Suzanne Robertson
Il futuro è nel contenuto killer del web
Gerry McGovern
Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro
Rilevare i costi sulla base delle attività
Ken Rau
Un percorso verso l'impresa intelligente (II parte)
Mike Ferguson
Un percorso verso l'impresa intelligente (I parte)
Mike Ferguson
Il Data Store Operativo: un lavoro di martello
Claudia Imhoff
Il data warehouse orientato all'impresa
Michael Schmitz
Dieci punti chiave per realizzare balanced scorecard di successo
Harry Chapman
Content management: i contenuti al primo posto
Gerry McGovern
Applicazioni Web ad alta disponibilità
John Kneiling
Il 2004, sarà l'anno in cui abbandoneremo html?
James Hobart
La tecnologia EII ripropone il data warehousing virtuale?
Colin White
Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson
Realizzare il CPM e l'integrazione della BI
Mike Ferguson
Tutti i punti della FPA
Koni Thompson
Requiem per il Portale?
Colin White
Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (II parte)
Shaku Atre
Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (I parte)
Shaku Atre
I portali Corporate e di E-business: la nuova generazione del posto di lavoro
Mike Ferguson
I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (II Parte)
David Marco
I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (I parte)
David Marco
Usare i modelli per acquisire l'esperienza di progettazione
James Hobart
Realizzare l'Impresa Intelligente
Colin White
.NET or J2EE - Choosing the Right Web Services Framework
John Kneiling
Progettare Applicazioni Mobili di Successo
James Hobart
La Sociologia del Progetto: Identificare e Coinvolgere tutti i Partecipanti
Suzanne Robertson
Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (II parte)
Mike Ferguson
Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (I parte)
Mike Ferguson
L'Evoluzione del Portale di e-Business (II parte)
Colin White
L'Evoluzione del Portale di e-Business (I parte)
Colin White
Il Consulente WebEAI: Servizi Web, XML e l'Impresa
John Kneiling
Data Mining: Come Gestire le Relazioni con i Clienti Secondo i Principi del CRM
Weaver James