Data integration self-service
Miglioramento della produttività o caos totale?
L’impatto sulla governance dei dati in azienda e nuove modalità di integrazione tra IT e utenti business
Negli ultimi due anni, abbiamo visto molte aziende andare oltre i data warehouse tradizionali per adottare tecnologie Big Data. Nella maggior parte dei casi il motivo è semplice: hanno bisogno di rimanere competitive, acquisendo più dati per avere nuove visioni d’insieme, per esempio sui clienti. Tra gli esempi di tali dati si possono citare gli open data delle pubbliche amministrazioni, le email inviate dai clienti, i dati dei social media, i clickstream e altro. Potrebbe anche trattarsi di avere più dati sui prodotti, sull’utilizzo dei prodotti o delle infrastrutture, come per esempio i dati dei sensori e quelli generati dalle macchine.
Tutti questi esempi riguardano dati che in genere non si trovano in un data warehouse. Inoltre, gran parte di questi nuovi dati è differente dai dati strutturati in un data warehouse. Questi nuovi dati sono spesso multi-strutturati in termini di tipi di dati, hanno grandi volumi e possono essere generati o creati a tassi molto elevati, fatto che li rende molto più difficili da catturare, preparare e analizzare. Non solo: con un numero sempre maggiore di fonti di dati, c’è un enorme bisogno di accelerare la preparazione dei dati e di contare non solo sull’IT per fare tutto.
Gestire i dati in autonomia - A questo scopo, è emersa la nuova tecnologia di integrazione dei dati self-service, rivolta principalmente ai data scientist e ai business analyst, per aiutarli a preparare e integrare i propri dati senza necessità di coinvolgere l’IT.
Sono tre le modalità principali di questa nuova tecnologia di integrazione dei dati: come strumenti stand alone di integrazione dei dati self-service; come funzionalità di integrazione dei dati self-service inserite in strumenti self service di visual discovery di BI e in Microsoft Excel; come nuova opzione per gli utenti business che fa parte di una suite di strumenti di Enterprise Information Management.
Esempi di prodotti della prima categoria sono Paxata, Tamr e Trifacta, mentre tra i vendor con funzionalità di integrazione dei dati self-service inserite in strumenti self service di visual discovery vi sono Datameer, MicroStategy e Tableau. Anche Microsoft Excel 2013 è dotato di funzionalità self-service di integrazione dei dati con PowerQuery. Infine, tra gli esempi di integrazione dei dati self-service come parte di una piattaforma EIM consolidata vi sono IBM DataWorks, Informatica Rev e in una certa misura anche SAS Data Loader for Hadoop.
Più in dettaglio, gli strumenti stand-alone di integrazione dei dati self-service sono emersi in cima a Hadoop e hanno interfacce utente semplificate per renderli più agevoli da usare e più interattivi. Per esempio, Trifacta utilizza un meccanismo denominato interazione predittiva in cui l’utente non ha bisogno di specificare nel dettaglio la trasformazione dei dati. Invece, gli utenti evidenziano le caratteristiche di interesse nella visualizzazione dei dati (come per esempio, il testo che vogliono estrarre da un documento) e, in base a ciò che un utente seleziona, i metodi predittivi suggeriscono una varietà di possibili passi successivi di trasformazione dei dati. Queste trasformazioni vengono classificate in ordine di più alta probabilità di trasformazione che l’utente intende effettuare successivamente. L’utente decide poi il miglior passo successivo e la trasformazione scelta viene poi compilata in un linguaggio che può essere eseguito in parallelo su Hadoop. Per accelerare e guidare la pulizia dei dati, gli strumenti di integrazione dei dati self-service supportano anche la profilazione automatica dei dati. Inoltre, gli utenti possono cliccare su un elenco a discesa associato a ogni colonna e selezionare la trasformazione di pulizia dei dati appropriata per migliorare il profilo di qualità dei dati. Paxata in questo caso compila trasformazioni da eseguire come codice su Spark, che esegue in parallelo su tutti i nodi di dati Hadoop dove il set di dati risiede. Anche tutte le misure adottate dagli utenti vengono registrate in modo che la traccia dei metadati sia disponibile per scoprire come sono stati trasformati i dati, permettendo anche di annullare facilmente le trasformazioni, tornando sui propri passi senza problemi.
Assemblare i dati da più fonti - Il secondo approccio per quanto riguarda l’integrazione dei dati self-service è di incorporare questa funzionalità in strumenti di visual discovery, per consentire ai business analyst di connettersi e “assemblare” i dati da più fonti per rispondere a specifiche domande di business. Tuttavia, sono state aggiunte ulteriori funzionalità in strumenti self-service di visual discovery per aiutare gli utenti a pulire e integrare i dati provenienti da molteplici fonti.
L’ultima categoria è quella delle piattaforme EIM estese per dare l’integrazione dei dati self-service agli utenti business oltre a quelli dell’IT. In questo caso, gli utenti business dispongono di una nuova interfaccia utente semplificata che offre una vasta gamma di servizi dati per gestire, raffinare, eventualmente analizzare e fornire i dati. Tra i servizi dati disponibili, vi sono il caricamento, la profilazione, la convalida, la standardizzazione, la pulizia, la trasformazione, l’integrazione, l’arricchimento, il mascheramento, la crittografia e molto altro. Sia l’IT sia gli utenti business possono definire processi per pulire e trasformare i dati, e possono essere inclusi anche gli analytics per analizzare automaticamente i dati. Inoltre, si ottiene l’esecuzione scalabile dei servizi dati con l’utilizzo della trasformazione in-memory dello streaming dati, dell’elaborazione su Hadoop dell’ELT (extract, load and transform, cioè estrazione, caricamento e trasformazione) dei big data e sui database relazionali MPP.
Governance dei dati - L’emergere dell’integrazione dati self-service ha creato una domanda ovvia: se gli utenti business fanno “da soli”, cosa significa questo in termini di impatto sulla governance dei dati in azienda? Fino a ora, la maggior parte delle iniziative di governance dei dati in azienda sono gestite da organizzazioni IT centralizzate, che per fare questo utilizzano in genere una suite di tool EIM. Qual è allora l’impatto dell’integrazione dati self-service se gli utenti business integrano i dati in proprio utilizzando strumenti completamente diversi da quelli utilizzati dai professionisti IT? Beh, è abbastanza chiaro che, anche se l’IT centralizzata fa un grande lavoro di gestione dei dati aziendali, l’impatto dell’integrazione dati self-service è che potrebbe facilmente portare al caos dei dati con ogni utente che fa la propria pulizia e integrazione dei dati. L’incoerenza potrebbe regnare e distruggere tutto quello svolto finora dalle iniziative di governance dei dati aziendali. Quindi, cosa si può fare? Stiamo per precipitare nel caos dei dati? Registrare e loggare le azioni self-service degli utenti sui dati per capire esattamente come i dati sono stati manipolati può essere naturalmente una buona cosa. Tuttavia, per gli strumenti stand-alone self-service, la traccia dei metadati rimane nel repository dello strumento di integrazione dei dati self-service e non in quello della piattaforma EIM utilizzata dall’IT. Inoltre, non ci sono standard per l’import/export dei metadati da/verso i repository della piattaforma EIM esistente, per riutilizzare le definizioni e le trasformazioni di dati tra gli strumenti EIM e quelli di integrazione dati self-service. Se una piattaforma EIM supporta sia l’IT sia il business allora abbiamo il meglio dei due mondi, ma se sono strumenti separati allora c’è bisogno di interfacce per collegare gli strumenti di integrazione dati self-service alle piattaforme EIM, in modo da supportare le iniziative di governance dei dati aziendali. Paxata è un esempio di vendor che ha aperto il proprio prodotto in modo che sia invocato dagli strumenti EIM. Però gli strumenti di integrazione dati self-service devono anche essere in grado di richiamare le azioni di integrazione dei dati sulle piattaforme EIM per riutilizzare ciò che è stato creato dall’IT.
Insomma, l’integrazione dei dati self-service è qui per rimanere. L’IT deve fornire modelli e servizi che possano essere riutilizzati dagli utenti durante la creazione di nuovi insiemi di dati integrati. Ma devono anche monitorare i dati ai quali accedono gli utenti in azienda, per comprendere quali dati sono più richiesti e per incoraggiare la partecipazione del business e dell’IT al processo di governance dei dati.
L’evoluzione dell’IT tra sfide e promesse
Frank Greco
Verso la new digital economy. Quale architettura per la trasformazione digitale?
Mike Rosen
Ecco come capire il cliente. I diversi punti di vista della Business Analysis
James Robertson
Ecco come capire il cliente I diversi punti di vista della Business Analysis
Suzanne Robertson
E se il Design Sprint fosse il nuovo asso nella manica? Come risolvere grandi problemi e testare nuove idee
James Hobart
Come essere veramente data driven. L’importanza dell’architettura dati
Mike Ferguson
Il Machine Learning in azienda. Come migliorare performance e previsioni
Frank Greco
Portfolio management avanzato: Come trasformare gli investimenti in cambiamento
Chris Potts
L’imbuto e le biglie. Ovvero la metafora della produttività dei team
Sander Hoogendoorn
Dal Data Warehouse al digital business. Un’architettura di trent’anni ancora valida
Barry Devlin
Dai silos a un ecosistema analitico integrato. Un approccio per avere dati da usare su più sistemi
Mike Ferguson
Come accelerare l’innovazione in azienda. La nuova generazione dell’IT enterprise
Frank Greco
Tassonomie e ricerche. Ecco come ottenere migliori risultati
Heather Hedden
Viaggio verso il data warehouse logico
Il grande dilemma della business intelligence
Rick van der Lans
Enterprise information catalog. I requisiti per fare la scelta giusta
Mike Ferguson
La nuova era dell’analisi predittiva - Le aziende alla prova del Machine Learning
Frank Greco
Uno sguardo Agile - Per capire il passato e progettare il futuro
Arie van Bennekum
Trasformazione Agile
Se il product owner diventa un collo di bottiglia
Sander Hoogendoorn
Una Fiat o una Ferrari?
Qual è la più adatta per il business digitale?
Barry Devlin
Vincere la complessità dei dati. È l’ora dello smart data management
Mike Ferguson
Big Data e Analytics - Se il machine learning accelera anche la data science
Mike Ferguson
I dati al centro del business
Christopher Bradley
I Big Data forniscono il contesto e la ricchezza predittiva attorno alle transazioni di business Avere dati coerenti e di qualità resta fondamentale per il processo decisionale
Barry Devlin
Cosa c’è dietro l’angolo? Cinque mosse per diventare un digital leader
Jeroen Derynck
Managing information technology Gestire l’IT come un business nel business
Mitchell Weisberg
Data integration self-service Miglioramento della produttività o caos totale?
Mike Ferguson
Project manager vecchi miti e nuove realtà
Aaron Shenhar
La catena alimentare dei requisiti
Suzanne Robertson
Come diventare un’azienda data-centric
Lindy Ryan
Enterprise analytical ecosystem - Come comprendere il comportamento online dei clienti e capitalizzare il valore dei dati nell’era Big Data
Mike Ferguson
Agilità? Basta Volere
Suzanne Robertson
Ma la vostra architettura è efficace?
Mike Rosen
Se il NoSQL diventa SQL
Rick van der Lans
La data quality e l’impatto sul business
Danette McGilvray
Business analysis e regole di business By Ronald G. Ross con Gladys S.W. Lam
Ronald Ross
Usare Scrum su larga scala: cosa cambia?
Craig Larman
Le architetture per ridurre il debito tecnico
Mike Rosen
Conversando con un marziano
Suzanne Robertson
Cosa c’è di nuovo nel project management?
Aaron Shenhar
Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin
Il nuovo volto della business intelligence
Shaku Atre
Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro
I big data cambiano il mercato dei Database Server
Rick van der Lans
Un “superstorm” di informazioni
Barry Devlin
I dieci step per la qualità dei dati
Danette McGilvray
Perché è meglio evitare il private cloud?
Jason Bloomberg
Leonardo da Vinci aveva ragione!
Chris Date
Mobile user experience: Come adottare una strategia sostenibile
James Hobart
Cosa significa occuparsi di architettura?
Mike Rosen
Virtualizzazione dei dati e sistemi di Business Intelligence Agili
Rick van der Lans
Modelli e linguaggi naturali, quale il modo migliore per definire i requisiti?
James Robertson
Extreme Scoping: un approccio Agile all'Edw e alla BI
Larissa Moss
BI², la Business Intelligence al quadrato
Barry Devlin
I test di regressione in ambienti legacy
Randy Rice
Le conseguenze della consumerizzazione e del Cloud
Chris Potts
Come vanno gli affari? Chiedetelo al vostro cruscotto
Shaku Atre
Organizzare team di progetto efficienti in ambienti DW/BI
Larissa Moss
Big Data, come e perché
Colin White
Business Capabilities e l'allineamento del business all'IT
Mike Rosen
Il valore della tassonomia nella ricerca delle informazioni
Zach Wahl
BI, ma il Data Warehouse è ancora necessario?
Colin White
Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin
Il cruscotto delle prestazioni: il nuovo volto della Business Intelligence
Shaku Atre
Modelli e processi di User acceptance testing
Randy Rice
I limiti nel gestire l'IT come un Business
Chris Potts
Le componenti fondamentali del Cloud
George Reese
Metadati e DW 2.0
Derek Strauss
BI Open Source: basso costo e alto valore?
Jos van Dongen
Semplicità e requisiti
Suzanne Robertson
Business intelligence e analisi testuale
Bill Inmon
Extreme Scoping™: approcci agili al DW e alla BI
Larissa Moss
Dalla BI a un'architettura IT di livello Enterprise
Barry Devlin
Ambiente efficiente di ricerca di informazioni
James Hobart
Il Business deve trainare la Strategia IT
Chris Potts
Web database: la questione MapReduce (seconda parte)
Colin White
Web database: la questione MapReduce
Colin White
Misura delle prestazioni. I sette comandamenti
Harry Chapman
Le dieci cose che un architetto deve fare per creare valore
Mike Rosen
Sviluppare applicazioni a prova di sicurezza
Ken van Wyk
The ECM Landscape in 2008
Alan Pelz-Sharpe
Ma chi sono gli operatori dell’informazione?
Colin White
Qualità dell’informazione e trasformazione del management
Larry English
Classificazione sistematica delle informazioni
Zach Wahl
L’uso intensivo del Web nelle applicazioni di Bi
Colin White
Enterprise Search
Theresa Regli
La forza dell'astrazione
Steve Hoberman
La strada verso una BI pervasiva
Cindi Howson
Soa, una strategia di test
Randy Rice
Verso una BI più semplice e a minor costo
Colin White
I contenuti “Killer” del Web
Gerry McGovern
Sviluppo iterativo del software per i Dw
Larissa Moss
Qualità delle Informazioni e Datawarehousing
Larry English
Lo scenario Ecm 2008
Alan Pelz-Sharpe
La nascita del Web 3.0
John Kneiling
Documentazione: il dossier del crimine
Suzanne Robertson
L’impatto del Web 2.0 sui portali delle imprese
Colin White
Le tecniche vincenti di IT Management
Ken Rau
Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern
Un approccio alla BI incentrato sui processi
Colin White
Integrare Master Data Management e BI (Parte Seconda)
Mike Ferguson
Integrare Master Data Management e BI (Parte Prima)
Mike Ferguson
Il Project Manager è una Tata
Suzanne Robertson
Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern
L'informazione personalizzata
Colin White
La Tassonomia dell'Impresa
Zach Wahl
Managed Meta Data Environment (II parte)
David Marco
Managed Meta Data Environment
David Marco
Migliorare le applicazioni dell'impresa con Web 2.0
James Hobart
La Balanced Scorecard migliora la Performance dell'IT
Harry Chapman
La fusione dei processi dell'impresa grazie a Soa (II parte)
Max Dolgicer
La fusione dei processi dell'impresa grazie a SOA (I parte)
Max Dolgicer
Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson
Dimostrate con i numeri il valore dei contenuti del web
Gerry McGovern
Il Back-end della pianificazione strategica dell'It
Ken Rau
L'audit delle prescrizioni di progetto (II parte)
Suzanne Robertson
L'audit delle prescrizioni di progetto (I parte)
Suzanne Robertson
Il Processo di gestione delle informazioni
Ted Lewis
I requisiti come strumento di gestione dei progetti
Suzanne Robertson
Il futuro è nel contenuto killer del web
Gerry McGovern
Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro
Rilevare i costi sulla base delle attività
Ken Rau
Un percorso verso l'impresa intelligente (II parte)
Mike Ferguson
Un percorso verso l'impresa intelligente (I parte)
Mike Ferguson
Il Data Store Operativo: un lavoro di martello
Claudia Imhoff
Il data warehouse orientato all'impresa
Michael Schmitz
Dieci punti chiave per realizzare balanced scorecard di successo
Harry Chapman
Content management: i contenuti al primo posto
Gerry McGovern
Applicazioni Web ad alta disponibilità
John Kneiling
Il 2004, sarà l'anno in cui abbandoneremo html?
James Hobart
La tecnologia EII ripropone il data warehousing virtuale?
Colin White
Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson
Realizzare il CPM e l'integrazione della BI
Mike Ferguson
Tutti i punti della FPA
Koni Thompson
Requiem per il Portale?
Colin White
Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (II parte)
Shaku Atre
Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (I parte)
Shaku Atre
I portali Corporate e di E-business: la nuova generazione del posto di lavoro
Mike Ferguson
I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (II Parte)
David Marco
I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (I parte)
David Marco
Usare i modelli per acquisire l'esperienza di progettazione
James Hobart
Realizzare l'Impresa Intelligente
Colin White
.NET or J2EE - Choosing the Right Web Services Framework
John Kneiling
Progettare Applicazioni Mobili di Successo
James Hobart
La Sociologia del Progetto: Identificare e Coinvolgere tutti i Partecipanti
Suzanne Robertson
Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (II parte)
Mike Ferguson
Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (I parte)
Mike Ferguson
L'Evoluzione del Portale di e-Business (II parte)
Colin White
L'Evoluzione del Portale di e-Business (I parte)
Colin White
Il Consulente WebEAI: Servizi Web, XML e l'Impresa
John Kneiling
Data Mining: Come Gestire le Relazioni con i Clienti Secondo i Principi del CRM
Weaver James