Articoli del meseArticoli del mese

Articoli del mese


Stampa articolo

Articolo del Mese - Febbraio 2010

Il Business deve trainare la Strategia IT

Chris Potts by Chris Potts

Come dice il filosofo cinese Sun Tzu nel trattato sull’Arte della Guerra, “Chi è veramente esperto nell’eseguire una strategia sa avere la meglio sulle strategie altrui senza creare alcun conflitto”. Questo principio fondamentale spiega il perché alcuni Cio hanno più successo di altri nella capacità di attuazione di una strategia. Il dipartimento It che una volta aveva il monopolio sull’It aziendale è ormai scomparso e con esso il disegno It-centrico concepito nell’era del mainframe. I cambiamenti all’interno dell’azienda hanno reso di fatto queste strategie inattuabili.
Con l’avvento del Web 2.0 e la cosiddetta It ombra (Shadow It, termine solitamente utilizzato per descrivere sistemi e soluzioni creati e adottati all’interno delle organizzazioni senza avere ricevuto una formale approvazione) i Cio sono diventati consapevoli delle proprie limitate capacità di controllo. Al contrario altri colleghi della line of business, dipendenti e clienti hanno di fatto messo in atto una propria metodologia per sfruttare al meglio l’It. Dovendo affrontare questa sfida i Cio hanno quindi iniziato a esplorare possibili opzioni: abbandonare l’idea di una strategia It, rimanere fedeli alla tradizione o forgiare una nuova generazione di strategia It. Il destino stesso del ruolo del Cio è riposto in queste riflessioni, tanto più che in alcune organizzazioni la sua funzione è sempre più marginale, se non ininfluente, e si esprime essenzialmente in un’attività di fornitura tecnologica associata all’implementazione dei relativi servizi erogati.
La sfida del Cio consiste nel catturare e canalizzare l’energia delle strategie individuali per riuscire a ottimizzare e razionalizzare l’It. Grazie al commitment che il management aziendale solitamente riserva all’ottimizzazione, innovazione, riduzione dei costi complessivi e attenuazione dei rischi aziendali, i Cio più efficienti possono focalizzarsi, per dirla come Sun Tzu, nell’avere la meglio sulle strategie personali e conseguentemente raggiungere una condizione migliore. L’alternativa è arrendersi di fronte al fatto che i singoli perseguono obiettivi che danneggiano la strategia aziendale. E’ bene tenere presente che di fronte a questa situazione alcune strategie personali possono essere incoraggiate, altre abilmente ignorate.

Perché non può più esistere una strategia It

Sono due i punti di flesso che hanno portato alla condizione in cui oggi ci troviamo. Il primo è stato determinato dal passaggio dai terminali stupidi al client/server, iniziato vent’anni fa e concretizzatosi globalmente con l’affermazione di Internet. Il secondo è rappresentato dalla risposta dei business executive al problema dell’Anno 2000 e al boom delle dotcom.
Di fatto questi eventi hanno reso scettici i dirigenti aziendali. Essi hanno cessato di credere nelle campagne pubblicitarie dell’It e nel linguaggio tecnologico: si sono convinti che tali investimenti erano stati sino ad allora trainati prevalentemente dai fornitori e non dalle vere esigenze aziendali. Hanno quindi assunto un controllo sull’It in una prospettiva più ampia, focalizzandosi su due cose che comprendono molto bene: costi e innovazione del business.
Tutto ciò ha fatto sì che il potere decisionale sugli investimenti It ricadesse nelle mani di persone con un profilo non tecnologico, sia a livello operativo sia a livello strategico. Tuttavia una sorta di formalità strategica è sopravvissuta sia presso i dipartimenti It sia presso i vendor. E’ pur vero che, per quanto queste strategie siano diventate scontate, sono ancora pochi gli executive e i manager non It che hanno stabilito dei piani di investimento e controllo dell’It. I Cio possono quindi compiere una scelta tattica: seguire queste strategie de facto, affidarsi a un disegno It di tipo tradizionale oppure assumere la guida nel crearne uno nuovo. Finora le risposte al cambiamento sono state di vario genere. Alcuni Cio hanno continuato rifacendosi a una pura ortodossia, altri hanno semplicemente smesso di essere leader di una strategia a livello corporate, preferendo non creare conflitti e concentrarsi su un ruolo essenzialmente operativo.
Alcuni Cio (ho avuto la fortuna di lavorare con un certo numero di loro) hanno seguito il terzo approccio. Collaborano con altri dirigenti per formulare e attuare una nuova strategia aziendale al fine di ottimizzare l’uso dell’It. Un approccio completamente diverso da una logica It-centrica che consisteva di decine o centinaia di pagine di diagrammi e parole formulate in gergo tecnologico il cui sviluppo e attuazione si traduceva in mesi e mesi di lavoro. Al contrario la strategia di ultima generazione può essere formulata in pochi giorni e sintetizzata in una sola pagina; è facile da comprendere ed essere ricordata a livello aziendale così come renderla operativa nelle decisioni quotidiane.

La strategia aziendale per l’It

La strategia nella sua forma più immediata è suddivisa in tre parti: gli obiettivi strategici, ovvero le promesse (il risultato aziendale che la strategia si prefigge di raggiungere); i principi fondamentali (il valore di base che si applica a ogni decisione legata all’It); la tattica core (le cose più importanti che l’azienda intende compiere per attuare la strategia in relazione all’ambiente in cui deve avere successo).
Sebbene ciascun piano dipenda dalla specificità aziendale, tutti possiedono delle caratteristiche coerenti con quello dell’impresa e non di un fornitore di tecnologia o di un gruppo di tecnici. Non solo, ma con la promessa di creare il massimo valore dall’It, e non soltanto tecnologia che asseconda la creazione di un valore generico, il primo principio base, riconducibile alle tre strategie, riconosce che l’It, di per sé, non produce nessun valore.
Mentre le strategie It tradizionali erano focalizzate primariamente sulla tecnologia, i dipartimenti It e i fornitori It, quella nuova si basa sulle persone che danno forma, origine e valore agli investimenti It aziendali. Definire queste strategie coma una sorta di Shadow It espone a una concezione che stride con la realtà odierna e rischia di marginalizzare ulteriormente il dipartimento It da tutto il resto.

Cosa accadrà al Cio

Disegni individuali di utilizzo dell’It sono ormai diventati parte integrante delle strategie business aziendali e in questo nuovo contesto il valore del Cio a livello corporate deve esser ancora in gran parte definito. Il suo ruolo si adatterà ed evolverà nel tempo, potenzialmente in un qualcosa di molto diverso e, se vogliamo, di più ampio valore rispetto al passato.
Mi è capitato di lavorare recentemente presso una multinazionale americana nella definizione di una strategia di ottimizzazione del portafoglio delle attività che avevano acquisito nel corso degli anni. La promessa di questa strategia, la proposizione del valore, era il miglioramento delle prestazioni a livello bottom line attraverso una maggiore condivisione delle capacità di base, senza però creare un monolite di servizi condiviso. In un primo tempo la società era orientata ad avere un Cio a livello globale, ma tutti hanno progressivamente avuto difficoltà nel vedere il vantaggio nell’istituire una figura di questo tipo. La soluzione che attualmente stanno esplorando è avere un chief technology officer responsabile per le architetture e l’erogazione dei servizi che riporti al chief operating officer. Al posto di un corporate Cio stanno invece cercando di avere una persona con un ruolo di leader negli investimenti orientati al cambiamento. Lui o lei sarà responsabile per il ritorno economico che l’azienda riuscirà a ottenere dai cambiamenti, e non importa se questi ultimi siano di fatto cambiamenti generati o meno dall’It.
Simili modelli stanno emergendo ovunque poiché la line of business si rende conto che le tradizionali e storiche discussioni legate agli investimenti It sono di fatto un sintomo di problemi relativi alla cultura del cambiamento. Questi sono però problemi nei confronti dei quali molti Cio tradizionali non sembrano siano sufficientemente qualificati o motivati a risolvere.
Tutti questi sono comunque segnali che dovrebbero stimolare i Cio a focalizzare la propria strategia nel valorizzare gli investimenti tecnologici nel contesto di una logica di valorizzazione del cambiamento aziendale e far sì che queste strategie siano al contempo semplici e significative. Solo in questo modo il Cio potrà emergere come l’attore principale del cambiamento dell’impresa, altrimenti il rischio è di una progressiva marginalizzazione. Il tutto, però, a patto che il Cio riesca a mutare a proprio vantaggio le opportunità che risiedono nell’esistenza di uno sviluppo sommerso (così come definito in precedenza Shadow It) conseguente al Web 2.0.

-------------------------------------------------

Il presente articolo è una versione aggiornata e corretta dell’articolo originale commissionato dalla rivista Cio Magazine e pubblicato il 5 settembre 2007.

© Copyright 2007-2009 Dominic Barrow Services Limited. All rights reserved.

Il Business deve trainare la Strategia IT - Technology Transfer

L’evoluzione dell’IT tra sfide e promesse
Frank Greco

Verso la new digital economy. Quale architettura per la trasformazione digitale?
Mike Rosen

Ecco come capire il cliente. I diversi punti di vista della Business Analysis
James Robertson

Ecco come capire il cliente I diversi punti di vista della Business Analysis
Suzanne Robertson

E se il Design Sprint fosse il nuovo asso nella manica? Come risolvere grandi problemi e testare nuove idee
James Hobart

Come essere veramente data driven. L’importanza dell’architettura dati
Mike Ferguson

Il Machine Learning in azienda. Come migliorare performance e previsioni
Frank Greco

Portfolio management avanzato: Come trasformare gli investimenti in cambiamento
Chris Potts

L’imbuto e le biglie. Ovvero la metafora della produttività dei team
Sander Hoogendoorn

Dal Data Warehouse al digital business. Un’architettura di trent’anni ancora valida
Barry Devlin

Dai silos a un ecosistema analitico integrato. Un approccio per avere dati da usare su più sistemi
Mike Ferguson

Come accelerare l’innovazione in azienda. La nuova generazione dell’IT enterprise
Frank Greco

Tassonomie e ricerche. Ecco come ottenere migliori risultati
Heather Hedden

Viaggio verso il data warehouse logico
Il grande dilemma della business intelligence

Rick van der Lans

Enterprise information catalog. I requisiti per fare la scelta giusta
Mike Ferguson

La nuova era dell’analisi predittiva - Le aziende alla prova del Machine Learning
Frank Greco

Uno sguardo Agile - Per capire il passato e progettare il futuro
Arie van Bennekum

Trasformazione Agile
Se il product owner diventa un collo di bottiglia

Sander Hoogendoorn

Una Fiat o una Ferrari?
Qual è la più adatta per il business digitale?

Barry Devlin

Vincere la complessità dei dati. È l’ora dello smart data management
Mike Ferguson

Big Data e Analytics - Se il machine learning accelera anche la data science
Mike Ferguson

I dati al centro del business
Christopher Bradley

I Big Data forniscono il contesto e la ricchezza predittiva attorno alle transazioni di business Avere dati coerenti e di qualità resta fondamentale per il processo decisionale
Barry Devlin

Cosa c’è dietro l’angolo? Cinque mosse per diventare un digital leader
Jeroen Derynck

Managing information technology Gestire l’IT come un business nel business
Mitchell Weisberg

Data integration self-service Miglioramento della produttività o caos totale?
Mike Ferguson

Project manager vecchi miti e nuove realtà
Aaron Shenhar

La catena alimentare dei requisiti
Suzanne Robertson

Come diventare un’azienda data-centric
Lindy Ryan

Enterprise analytical ecosystem - Come comprendere il comportamento online dei clienti e capitalizzare il valore dei dati nell’era Big Data
Mike Ferguson

Agilità? Basta Volere
Suzanne Robertson

Ma la vostra architettura è efficace?
Mike Rosen

Se il NoSQL diventa SQL
Rick van der Lans

La data quality e l’impatto sul business
Danette McGilvray

Business analysis e regole di business By Ronald G. Ross con Gladys S.W. Lam
Ronald Ross

Usare Scrum su larga scala: cosa cambia?
Craig Larman

Le architetture per ridurre il debito tecnico
Mike Rosen

Conversando con un marziano
Suzanne Robertson

Cosa c’è di nuovo nel project management?
Aaron Shenhar

Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin

Il nuovo volto della business intelligence
Shaku Atre

Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro

I big data cambiano il mercato dei Database Server
Rick van der Lans

Un “superstorm” di informazioni
Barry Devlin

I dieci step per la qualità dei dati
Danette McGilvray

Perché è meglio evitare il private cloud?
Jason Bloomberg

Leonardo da Vinci aveva ragione!
Chris Date

Mobile user experience: Come adottare una strategia sostenibile
James Hobart

Cosa significa occuparsi di architettura?
Mike Rosen

Virtualizzazione dei dati e sistemi di Business Intelligence Agili
Rick van der Lans

Modelli e linguaggi naturali, quale il modo migliore per definire i requisiti?
James Robertson

Extreme Scoping: un approccio Agile all'Edw e alla BI
Larissa Moss

BI², la Business Intelligence al quadrato
Barry Devlin

I test di regressione in ambienti legacy
Randy Rice

Le conseguenze della consumerizzazione e del Cloud
Chris Potts

Come vanno gli affari? Chiedetelo al vostro cruscotto
Shaku Atre

Organizzare team di progetto efficienti in ambienti DW/BI
Larissa Moss

Big Data, come e perché
Colin White

Business Capabilities e l'allineamento del business all'IT
Mike Rosen

Il valore della tassonomia nella ricerca delle informazioni
Zach Wahl

BI, ma il Data Warehouse è ancora necessario?
Colin White

Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin

Il cruscotto delle prestazioni: il nuovo volto della Business Intelligence
Shaku Atre

Modelli e processi di User acceptance testing
Randy Rice

I limiti nel gestire l'IT come un Business
Chris Potts

Le componenti fondamentali del Cloud
George Reese

Metadati e DW 2.0
Derek Strauss

BI Open Source: basso costo e alto valore?
Jos van Dongen

Semplicità e requisiti
Suzanne Robertson

Business intelligence e analisi testuale
Bill Inmon

Extreme Scoping™: approcci agili al DW e alla BI
Larissa Moss

Dalla BI a un'architettura IT di livello Enterprise
Barry Devlin

Ambiente efficiente di ricerca di informazioni
James Hobart

Il Business deve trainare la Strategia IT
Chris Potts

Web database: la questione MapReduce (seconda parte)
Colin White

Web database: la questione MapReduce
Colin White

Misura delle prestazioni. I sette comandamenti
Harry Chapman

Le dieci cose che un architetto deve fare per creare valore
Mike Rosen

Sviluppare applicazioni a prova di sicurezza
Ken van Wyk

The ECM Landscape in 2008
Alan Pelz-Sharpe

Ma chi sono gli operatori dell’informazione?
Colin White

Qualità dell’informazione e trasformazione del management
Larry English

Classificazione sistematica delle informazioni
Zach Wahl

L’uso intensivo del Web nelle applicazioni di Bi
Colin White

Enterprise Search
Theresa Regli

La forza dell'astrazione
Steve Hoberman

La strada verso una BI pervasiva
Cindi Howson

Soa, una strategia di test
Randy Rice

Verso una BI più semplice e a minor costo
Colin White

I contenuti “Killer” del Web
Gerry McGovern

Sviluppo iterativo del software per i Dw
Larissa Moss

Qualità delle Informazioni e Datawarehousing
Larry English

Lo scenario Ecm 2008
Alan Pelz-Sharpe

La nascita del Web 3.0
John Kneiling

Documentazione: il dossier del crimine
Suzanne Robertson

L’impatto del Web 2.0 sui portali delle imprese
Colin White

Le tecniche vincenti di IT Management
Ken Rau

Web 2.0
Ed Yourdon

Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern

Un approccio alla BI incentrato sui processi
Colin White

Integrare Master Data Management e BI (Parte Seconda)
Mike Ferguson

Integrare Master Data Management e BI (Parte Prima)
Mike Ferguson

Il Project Manager è una Tata
Suzanne Robertson

Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern

L'informazione personalizzata
Colin White

La Tassonomia dell'Impresa
Zach Wahl

Managed Meta Data Environment (II parte)
David Marco

Managed Meta Data Environment
David Marco

Migliorare le applicazioni dell'impresa con Web 2.0
James Hobart

La Balanced Scorecard migliora la Performance dell'IT
Harry Chapman

La fusione dei processi dell'impresa grazie a Soa (II parte)
Max Dolgicer

La fusione dei processi dell'impresa grazie a SOA (I parte)
Max Dolgicer

Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson

Dimostrate con i numeri il valore dei contenuti del web
Gerry McGovern

Il Back-end della pianificazione strategica dell'It
Ken Rau

L'audit delle prescrizioni di progetto (II parte)
Suzanne Robertson

L'audit delle prescrizioni di progetto (I parte)
Suzanne Robertson

Il Processo di gestione delle informazioni
Ted Lewis

I requisiti come strumento di gestione dei progetti
Suzanne Robertson

Il futuro è nel contenuto killer del web
Gerry McGovern

Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro

Rilevare i costi sulla base delle attività
Ken Rau

Un percorso verso l'impresa intelligente (II parte)
Mike Ferguson

Un percorso verso l'impresa intelligente (I parte)
Mike Ferguson

Il Data Store Operativo: un lavoro di martello
Claudia Imhoff

Il data warehouse orientato all'impresa
Michael Schmitz

Dieci punti chiave per realizzare balanced scorecard di successo
Harry Chapman

Content management: i contenuti al primo posto
Gerry McGovern

Applicazioni Web ad alta disponibilità
John Kneiling

Il 2004, sarà l'anno in cui abbandoneremo html?
James Hobart

La tecnologia EII ripropone il data warehousing virtuale?
Colin White

Misurare per Gestire
Ken Rau

Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson

Realizzare il CPM e l'integrazione della BI
Mike Ferguson

Tutti i punti della FPA
Koni Thompson

Requiem per il Portale?
Colin White

Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (II parte)
Shaku Atre

Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (I parte)
Shaku Atre

I portali Corporate e di E-business: la nuova generazione del posto di lavoro
Mike Ferguson

I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (II Parte)
David Marco

I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (I parte)
David Marco

Usare i modelli per acquisire l'esperienza di progettazione
James Hobart

Realizzare l'Impresa Intelligente
Colin White

.NET or J2EE - Choosing the Right Web Services Framework
John Kneiling

Progettare Applicazioni Mobili di Successo
James Hobart

La Sociologia del Progetto: Identificare e Coinvolgere tutti i Partecipanti
Suzanne Robertson

Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (II parte)
Mike Ferguson

Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (I parte)
Mike Ferguson

L'Evoluzione del Portale di e-Business (II parte)
Colin White

L'Evoluzione del Portale di e-Business (I parte)
Colin White

Il Consulente WebEAI: Servizi Web, XML e l'Impresa
John Kneiling

Data Mining: Come Gestire le Relazioni con i Clienti Secondo i Principi del CRM
Weaver James

Articoli del mese - Technology Transfer