Ho avuto il piacere di parlare a due recenti conferenze sul cloud computing: una dal titolo Business of Cloud Computing si è tenuta negli Stati Uniti, l’altra CloudConnect ha avuto luogo in India. Come suggeriscono i nomi e i luoghi di queste due conferenze, la prima aveva un taglio più business-oriented, la seconda uno molto più tecnico. La cosa più interessante che è emersa - e su cui voglio riflettere - è la differente opinione che i due audience hanno manifestato nei confronti del cloud privato. Le persone con un profilo più tecnico considerano la public cloud troppo rischiosa e, di conseguenza, sono dell’idea che le organizzazioni debbano concentrare i propri sforzi nella creazione di un modello di sviluppo di tipo privato. L’audience americano, di contro, privilegia l’approccio public cloud, con talune persone che arrivano a sostenere che questo modello sia l’unico, vero e autentico, approccio al cloud. La distinzione è considerevole e riflette il pensiero di ZapThink. Più ci si focalizza sui vantaggi business del cloud, più aumenta la convinzione che il modello da seguire sia quello pubblico. Più si va a fondo alla questione, più ci si accorge che non esiste nessuna valida argomentazione di tipo business per assecondare un approccio privato.
I problemi del private cloud - Il modo migliore per comprendere i limiti di un modello cloud privato è prendere in considerazione una prospettiva business. Quali sono i business benefit che muovono verso il cloud? Analizziamoli. Il cloud implica un cambiamento da spesa in conto capitale a spesa operativa. Invece di investire in hardware e software si può adottare un modello a consumo. Da spesa capitale l’investimento è traslato in spesa operativa e quest’ultima può essere detratta dalle tasse. Il modello privato non consente tutto ciò, poiché la creazione dell’infrastruttura di data center ricade sull’organizzazione. Significa che il cloud privato comporta un aumento in spesa capitale.
Il cloud consente un migliore utilizzo dei server per fare fronte ai picchi di domanda. Invece di metter a punto data center con capacità server maggiore a quella mediamente utilizzata, ma necessaria per rispondere a eventuali picchi di domanda, si può metter a punto un modello cloud. Un’infrastruttura di questo tipo consente un più efficiente utilizzo della potenza elaborativa grazie all’elasticità con cui possono essere gestiti i picchi di domanda. Questo non si può ottenere con il private cloud a meno che la vostra organizzazione sia talmente grande da prevedere che la cloud possa essere condivisa da più divisioni. Tuttavia, anche in questo caso, nell’ipotesi di un evento di picco di traffico generalizzato, potrebbe verificarsi un problema di insufficiente disponibilità di potenza elaborativa. Se associato a nuovi progetti, il cloud permette di avere un costo di infrastruttura molto basso. Anche questo è un concetto che funziona molto meglio nella public cloud. Quanti di questi progetti prevedete che possano realmente esistere? Se non stiamo parlando di un numero di progetti nell’ordine delle centinaia o migliaia di nuovi progetti, il private cloud non è sicuramente la risposta migliore.
Il vantaggio di elasticità del cloud - In una dimensione privata, l’idea di poter disporre di una capacità infinita è un’illusione. E’ un’illusione pensare di avere sempre disponibili risorse cloud aggiuntive per rispondere a nuove e impreviste domande. Il vantaggio pieno dell’elasticità del cloud lo si può apprezzare soltanto in cloud pubbliche. Se qualcuno dei vostri sviluppatori ha la brillante idea di rendere disponibili migliaia di istanze di macchine virtuali o un petabyte di storage per un progetto big data e la vostra private cloud non lo permette, che fate?
Non è vero che il private cloud può competere con l’efficienza di costo che può essere garantita da una public cloud. Provider leader, come Amazon, Microsoft Azure, Rackspace e altri vantano enormi economie di scala e operano su margini ristrettissimi. Se riescono a raggiungere maggiore efficienza, abbassano i prezzi. Seguono una logica della guerra del prezzo per ragioni ovvie: per far sì che i piccoli player non siano competitivi e per mettere fuori gioco i competitor più grandi. Non ha importanza quanto grande sia la vostra private cloud: non potrà mai competere in termini di prezzi con una public cloud.
Il vantaggio di un approccio ibrido - A questo punto l’unico motivo per prendere in considerazione una private cloud è se operate in un mercato altamente regolamentato o con requisiti estremamente vincolanti riguardo alla protezione e alla movimentazione dei dati. Se da una parte è vero che la compliance sta diventando un aspetto sempre più importante nella dimensione cloud, è altrettanto vero che la non piena soddisfazione di queste problematiche costituisce uno svantaggio temporaneo poiché il mercato sta preparandosi a far fronte a questa domanda. Una nuova classe di public cloud provider è all’orizzonte. Si tratta di soggetti che sono indicati come Enterprise Public Cloud Provider, player che stanno mettendo insieme un’offerta che include auditing rigoroso, SLA più trasparenti e vincolanti e una migliore visibilità per tutto ciò che riguarda gli aspetti di regolamentazione a livello di industry. E comunque, anche gli incumbent del public cloud non stanno a guardare. Se ancora non siete in grado di ottenere soluzioni di questo tipo dai big player, potete essere certi che non ci vorrà molto prima che si arrivi a formulare un’offerta adeguata. Se investite nel private cloud per ragioni di compliance, è facile che in futuro ve ne possiate pentire. Vi accorgerete che, con un po’ di attesa, avreste potuto approfittare di un’offerta pubblica alternativa e non, invece, dovere fare i conti con una cloud privata che nel tempo si è rivelata una fonte inesauribile di spesa.
Quindi, esistono motivi per costruire una private cloud? Forse ve ne sono all’interno delle aziende più grandi e, nello specifico, in quelle organizzazioni che possono immaginare che la cloud possa essere sfruttata da tutte le loro divisioni. Se la vostra azienda è grande abbastanza da poter raggiungere economie di scala comparabili a quelle dei public provider, allora, ma solo allora, potrete valutare seriamente l’opzione privata. In questi casi, queste grandi cloud private diventano delle community cloud, poiché molteplici divisioni condividono un provider interno che opera in un modo molto simile a un public cloud. Questo modello può avere senso, per esempio pensando agli Stati Uniti, in ambito federale, poiché in questo caso si potrebbero raggiungere gli stessi livelli di efficienza di una public cloud, mantenendo i benefici di controllo a supporto di molteplici agenzie governative. Tuttavia le virtual private cloud (VPC) possono offrire alle organizzazioni il meglio dei due mondi, poiché associano la logica del public cloud facendo leva su un private network. Molte cloud ibride seguono l’approccio VPC in quanto basate su modelli ibridi on premise/cloud che fanno tipicamente affidamento su reti private. ZapThink prevede che l’approccio ibrido VPC diventerà il modello di sviluppo prevalente nella dimensione enterprise.
L’evoluzione dell’IT tra sfide e promesse
Frank Greco
Verso la new digital economy. Quale architettura per la trasformazione digitale?
Mike Rosen
Ecco come capire il cliente. I diversi punti di vista della Business Analysis
James Robertson
Ecco come capire il cliente I diversi punti di vista della Business Analysis
Suzanne Robertson
E se il Design Sprint fosse il nuovo asso nella manica? Come risolvere grandi problemi e testare nuove idee
James Hobart
Come essere veramente data driven. L’importanza dell’architettura dati
Mike Ferguson
Il Machine Learning in azienda. Come migliorare performance e previsioni
Frank Greco
Portfolio management avanzato: Come trasformare gli investimenti in cambiamento
Chris Potts
L’imbuto e le biglie. Ovvero la metafora della produttività dei team
Sander Hoogendoorn
Dal Data Warehouse al digital business. Un’architettura di trent’anni ancora valida
Barry Devlin
Dai silos a un ecosistema analitico integrato. Un approccio per avere dati da usare su più sistemi
Mike Ferguson
Come accelerare l’innovazione in azienda. La nuova generazione dell’IT enterprise
Frank Greco
Tassonomie e ricerche. Ecco come ottenere migliori risultati
Heather Hedden
Viaggio verso il data warehouse logico
Il grande dilemma della business intelligence
Rick van der Lans
Enterprise information catalog. I requisiti per fare la scelta giusta
Mike Ferguson
La nuova era dell’analisi predittiva - Le aziende alla prova del Machine Learning
Frank Greco
Uno sguardo Agile - Per capire il passato e progettare il futuro
Arie van Bennekum
Trasformazione Agile
Se il product owner diventa un collo di bottiglia
Sander Hoogendoorn
Una Fiat o una Ferrari?
Qual è la più adatta per il business digitale?
Barry Devlin
Vincere la complessità dei dati. È l’ora dello smart data management
Mike Ferguson
Big Data e Analytics - Se il machine learning accelera anche la data science
Mike Ferguson
I dati al centro del business
Christopher Bradley
I Big Data forniscono il contesto e la ricchezza predittiva attorno alle transazioni di business Avere dati coerenti e di qualità resta fondamentale per il processo decisionale
Barry Devlin
Cosa c’è dietro l’angolo? Cinque mosse per diventare un digital leader
Jeroen Derynck
Managing information technology Gestire l’IT come un business nel business
Mitchell Weisberg
Data integration self-service Miglioramento della produttività o caos totale?
Mike Ferguson
Project manager vecchi miti e nuove realtà
Aaron Shenhar
La catena alimentare dei requisiti
Suzanne Robertson
Come diventare un’azienda data-centric
Lindy Ryan
Enterprise analytical ecosystem - Come comprendere il comportamento online dei clienti e capitalizzare il valore dei dati nell’era Big Data
Mike Ferguson
Agilità? Basta Volere
Suzanne Robertson
Ma la vostra architettura è efficace?
Mike Rosen
Se il NoSQL diventa SQL
Rick van der Lans
La data quality e l’impatto sul business
Danette McGilvray
Business analysis e regole di business By Ronald G. Ross con Gladys S.W. Lam
Ronald Ross
Usare Scrum su larga scala: cosa cambia?
Craig Larman
Le architetture per ridurre il debito tecnico
Mike Rosen
Conversando con un marziano
Suzanne Robertson
Cosa c’è di nuovo nel project management?
Aaron Shenhar
Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin
Il nuovo volto della business intelligence
Shaku Atre
Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro
I big data cambiano il mercato dei Database Server
Rick van der Lans
Un “superstorm” di informazioni
Barry Devlin
I dieci step per la qualità dei dati
Danette McGilvray
Perché è meglio evitare il private cloud?
Jason Bloomberg
Leonardo da Vinci aveva ragione!
Chris Date
Mobile user experience: Come adottare una strategia sostenibile
James Hobart
Cosa significa occuparsi di architettura?
Mike Rosen
Virtualizzazione dei dati e sistemi di Business Intelligence Agili
Rick van der Lans
Modelli e linguaggi naturali, quale il modo migliore per definire i requisiti?
James Robertson
Extreme Scoping: un approccio Agile all'Edw e alla BI
Larissa Moss
BI², la Business Intelligence al quadrato
Barry Devlin
I test di regressione in ambienti legacy
Randy Rice
Le conseguenze della consumerizzazione e del Cloud
Chris Potts
Come vanno gli affari? Chiedetelo al vostro cruscotto
Shaku Atre
Organizzare team di progetto efficienti in ambienti DW/BI
Larissa Moss
Big Data, come e perché
Colin White
Business Capabilities e l'allineamento del business all'IT
Mike Rosen
Il valore della tassonomia nella ricerca delle informazioni
Zach Wahl
BI, ma il Data Warehouse è ancora necessario?
Colin White
Reinventare la Business Intelligence
Barry Devlin
Il cruscotto delle prestazioni: il nuovo volto della Business Intelligence
Shaku Atre
Modelli e processi di User acceptance testing
Randy Rice
I limiti nel gestire l'IT come un Business
Chris Potts
Le componenti fondamentali del Cloud
George Reese
Metadati e DW 2.0
Derek Strauss
BI Open Source: basso costo e alto valore?
Jos van Dongen
Semplicità e requisiti
Suzanne Robertson
Business intelligence e analisi testuale
Bill Inmon
Extreme Scoping™: approcci agili al DW e alla BI
Larissa Moss
Dalla BI a un'architettura IT di livello Enterprise
Barry Devlin
Ambiente efficiente di ricerca di informazioni
James Hobart
Il Business deve trainare la Strategia IT
Chris Potts
Web database: la questione MapReduce (seconda parte)
Colin White
Web database: la questione MapReduce
Colin White
Misura delle prestazioni. I sette comandamenti
Harry Chapman
Le dieci cose che un architetto deve fare per creare valore
Mike Rosen
Sviluppare applicazioni a prova di sicurezza
Ken van Wyk
The ECM Landscape in 2008
Alan Pelz-Sharpe
Ma chi sono gli operatori dell’informazione?
Colin White
Qualità dell’informazione e trasformazione del management
Larry English
Classificazione sistematica delle informazioni
Zach Wahl
L’uso intensivo del Web nelle applicazioni di Bi
Colin White
Enterprise Search
Theresa Regli
La forza dell'astrazione
Steve Hoberman
La strada verso una BI pervasiva
Cindi Howson
Soa, una strategia di test
Randy Rice
Verso una BI più semplice e a minor costo
Colin White
I contenuti “Killer” del Web
Gerry McGovern
Sviluppo iterativo del software per i Dw
Larissa Moss
Qualità delle Informazioni e Datawarehousing
Larry English
Lo scenario Ecm 2008
Alan Pelz-Sharpe
La nascita del Web 3.0
John Kneiling
Documentazione: il dossier del crimine
Suzanne Robertson
L’impatto del Web 2.0 sui portali delle imprese
Colin White
Le tecniche vincenti di IT Management
Ken Rau
Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern
Un approccio alla BI incentrato sui processi
Colin White
Integrare Master Data Management e BI (Parte Seconda)
Mike Ferguson
Integrare Master Data Management e BI (Parte Prima)
Mike Ferguson
Il Project Manager è una Tata
Suzanne Robertson
Web di successo se si conosce il cliente
Gerry McGovern
L'informazione personalizzata
Colin White
La Tassonomia dell'Impresa
Zach Wahl
Managed Meta Data Environment (II parte)
David Marco
Managed Meta Data Environment
David Marco
Migliorare le applicazioni dell'impresa con Web 2.0
James Hobart
La Balanced Scorecard migliora la Performance dell'IT
Harry Chapman
La fusione dei processi dell'impresa grazie a Soa (II parte)
Max Dolgicer
La fusione dei processi dell'impresa grazie a SOA (I parte)
Max Dolgicer
Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson
Dimostrate con i numeri il valore dei contenuti del web
Gerry McGovern
Il Back-end della pianificazione strategica dell'It
Ken Rau
L'audit delle prescrizioni di progetto (II parte)
Suzanne Robertson
L'audit delle prescrizioni di progetto (I parte)
Suzanne Robertson
Il Processo di gestione delle informazioni
Ted Lewis
I requisiti come strumento di gestione dei progetti
Suzanne Robertson
Il futuro è nel contenuto killer del web
Gerry McGovern
Alla ricerca del valore tra i pomodori nell'orto
John Favaro
Rilevare i costi sulla base delle attività
Ken Rau
Un percorso verso l'impresa intelligente (II parte)
Mike Ferguson
Un percorso verso l'impresa intelligente (I parte)
Mike Ferguson
Il Data Store Operativo: un lavoro di martello
Claudia Imhoff
Il data warehouse orientato all'impresa
Michael Schmitz
Dieci punti chiave per realizzare balanced scorecard di successo
Harry Chapman
Content management: i contenuti al primo posto
Gerry McGovern
Applicazioni Web ad alta disponibilità
John Kneiling
Il 2004, sarà l'anno in cui abbandoneremo html?
James Hobart
La tecnologia EII ripropone il data warehousing virtuale?
Colin White
Volere è Potere, in Ogni Senso
Suzanne Robertson
Realizzare il CPM e l'integrazione della BI
Mike Ferguson
Tutti i punti della FPA
Koni Thompson
Requiem per il Portale?
Colin White
Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (II parte)
Shaku Atre
Business Intelligence: dalla teoria alla realtà (I parte)
Shaku Atre
I portali Corporate e di E-business: la nuova generazione del posto di lavoro
Mike Ferguson
I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (II Parte)
David Marco
I 10 errori da evitare nella realizzazione di un Meta Data Repository (I parte)
David Marco
Usare i modelli per acquisire l'esperienza di progettazione
James Hobart
Realizzare l'Impresa Intelligente
Colin White
.NET or J2EE - Choosing the Right Web Services Framework
John Kneiling
Progettare Applicazioni Mobili di Successo
James Hobart
La Sociologia del Progetto: Identificare e Coinvolgere tutti i Partecipanti
Suzanne Robertson
Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (II parte)
Mike Ferguson
Integrare la Business Intelligence nell'Impresa (I parte)
Mike Ferguson
L'Evoluzione del Portale di e-Business (II parte)
Colin White
L'Evoluzione del Portale di e-Business (I parte)
Colin White
Il Consulente WebEAI: Servizi Web, XML e l'Impresa
John Kneiling
Data Mining: Come Gestire le Relazioni con i Clienti Secondo i Principi del CRM
Weaver James